come comunicare
comunicazione web 2.0 e persone reali

“Non si può non comunicare”, primo assioma della comunicazione di Paul Watzlawick datata 1973, è conosciuto da ogni professionista della comunicazione e anche nell’era del web 2.0 è quanto mai attuale.  (Testo completo disponibile qui).

Anche in questo periodo storico in cui gran parte dei volumi comunicativi delle aziende sono stati trasferiti on-line o in cui si riesce a rimanere in contatto più frequentemente con gli amici “connessi” questo fondamentale assioma non perde affatto di importanza.

Dal momento in cui si apre un profilo su un qualunque Social Network si sta comunicando.
Pur non pubblicando nulla, già il nostro silenzio dice qualcosa, parla della nostra assenza, dello scarso presidio e della mancanza di ascolto/confronto con i propri clienti-followers-amici.

E’ quello che nel “mondo reale” può essere assimilato alle informazioni che otteniamo dallo studio della prossemica, della gestualità o delle reazioni involontarie.  (Un approfondito studio cybersociologico su second life lo ha dimostrato http://psicocafe.blogosfere.it/2006/09/la-prossemica-nel-mondo-reale-e-nel-mondo-virtuale.html)

Tutto ciò che passa attraverso la nostra vita on-line, ciò che condividiamo, postiamo e commentiamo, anche se in apparenza insignificante, parla di noi; ogni contenuto permette di mettere in luce una piccola sfaccettatura o un dettaglio della vita e del pensiero di chi pubblica.

Difficilmente sulla mia bacheca personale i miei contenuti saranno completamente slegati dalla mia vita reale, difficilmente il meme o l’infografica che ho pubblicato saranno del tutto astratti dal mio “sense of humor”, dai miei interessi o dal mio ambito lavorativo.

In un’ottica di personal branding, è bene prestare sempre attenzione ai contenuti pubblici che andiamo a condividere. Se fino a una manciata di anni fa il colloquio di lavoro era l’unica occasione in cui il selezionatore aveva l’opportunità di analizzare la nostra comunicazione non verbale, nell’era del web 2.0 l’analisi della nostra comunicazione involontaria passa anche da qui!

Occhio quindi a come si va ad interagire, lo stesso buonsenso le buone maniere e gli stessi meccanismi interpersonali che usiamo nella vita reale, usiamoli anche in rete, ben consci peraltro che il web non dimentica! Non solo per trovare lavoro, ma per salvaguardare la nostra reputazione on line, a qualunque livello e in qualunque posizione ci si confronti con gli altri.

Questo discorso, seppur con differenti modalità, può essere tranquillamente esteso dai profili privati a quelli aziendali.

Se le pagine personali vengono create e seguite più con finalità ludiche e di consolidamento di relazioni, quelle aziendali sono un utile strumento per favorire rapporti di business e per dialogare con i propri followers.

Da una parte è necessario che chi fa dei social network un lavoro, abbia una sensibilità e capacità comunicative che (possibilmente) in poche ma efficaci parole arrivino al punto ed al cuore del lettore, ma è altrettanto necessario che i contenuti siano slegati dalla personalità di chi scrive.

Insomma, l’esperto di social media deve sì confezionare un contenuto dando il proprio apporto creativo e personale, ma non solo!
E qui arriviamo al retro della medaglia, se da una parte la componente umana è indispensabile, la componente personale deve necessariamente essere smorzata a favore di un linguaggio e stile  “company oriented”: il linguaggio, lo stile e soprattutto i contenuti devono essere allineati con quelli dell’azienda per la quale si si sta parlando.

Il mondo del web è pieno di epic fail dovuti alla componente umana che non viene correttamente gestita, non ultimo il recente caso dell’ATAF di Firenze che insulta pesantemente un utente che segnala un disservizio.

Ecco, come volevasi dimostrare, lo sto confermando anch’io…nell’opinione comune ATAF verrà ricordata, nella storia degli epic fail, come un’azienda che insulta i propri clienti e non che questa clamorosa caduta di stile e danno di immagine, siano dovuti esclusivamente ad una persona non in grado di scindere la propria opinione e (discutibile) risposta da quella che un’ azienda che accetta il confronto, il dialogo e le critiche del cliente darebbe.

Attenzione quindi, non dire o non far dire alla tua azienda in rete, quello che non diresti fuori dal web!

One thought on “Vita reale VS vita virtuale, due mondi diversi ma non così lontani e differenti tra loro!

  1. Brava Riccarda: una efficace sintesi di quello che molte (troppe…) Aziende non hanno ancora ben compreso circa l’ab/uso dei Social Media e dei livelli (differenti!) di linguaggio, oltre che di contenuti, da utilizzare.

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