Di content curation sentiamo spesso parlare nel mondo del social media management, ma difficilmente riusciamo a capire di cosa effettivamente stiamo discutendo, perché come molti (troppi) termini legati a questo nuovo modo di fare comunicazione anche questo viene spesso travisato o riempito di significati inutili.
Una buona definizione la troviamo su Infografiche.com:
“La content curation è l’attività svolta da un content curator, ovvero, colui che costantemente cerca, aggrega, organizza e condivide i contenuti più rilevanti di una specifica nicchia online.”
Il blog può quindi essere uno strumento di content curation?
Certamente! Perché lo scopo di un blog, che sia qualcosa di più di un diario personale, è proprio di approfondire un determinato argomento fornendo contenuti interessanti e originali ai propri lettori.
[…] questa metodologia può tradursi nella creazione di un catalogo di risorse, informazioni ed articoli su un argomento che si desidera approfondire.(Roobin Good, Content Curation: Cos’è, Come E Perché Utilizzarla)
Ma è importante che la sua usabilità sia elevata per permettere effettivamente all’utente di trovare quello che cerca.
In questo senso è fondamentale utilizzare in modo intelligente sia le categorie, in cui sono suddivisi gli argomenti, che i tag di ogni singolo post.
Per spiegare come ottimizzare questi due importantissimi strumenti prendiamo come esempio un social media che sta crescendo di importanza nello scenario web: Pinterest.
Su Pinterest il nostro spazio è costituito da board, ossia bacheche in cui inserire (pinnare) contenuti interessanti i cui ci imbattiamo girovagando per la rete. Ecco, possiamo paragonare le bacheche alle categorie in cui suddividere i nostri post.
La categoria serve quindi a dividere il macroargomento di cui ci occupiamo nel blog in raccolte di articoli che trattano una certa parte del tema centrale.
Se il nostro post si occupa, ad esempio, di creatività potremo creare le seguenti categorie:
- cucito
- fai da te
- scrapbooking
- lavori con feltro
- lavori con la gomma crepla
- lavori con la carta
- Natale
- Halloween
- Pasqua.
- tecniche (sottocategorie: cucito, fai da te, scrapbooking)
- materiali (sottocategorie: legno, carta, feltro, gomma crepla)
- ricorrenze (sottocategorie: Natale, Pasqua, Halloween).
Le categorie infatti non debbono essere troppe perché disorienterebbero il lettore e questo è proprio il contrario dello scopo della content curation.
A questo punto di solito la domanda che sorge spontanea è “Ma se un post può essere inserito in più di una categoria?”.
Scegliete.
La vita è fatta di scelte e questa non è di sicuro la più difficile che vi si presenterà!
Anche perché in aiuto del blogger indeciso arrivano loro: i tag, ovvero le etichette che ci servono per sintetizzare in poche parole i diversi temi trattati nel post. Pensate ai tag come agli hashtag che inserite in un pin su Pinterest, in un tweet o in uno status di Facebook.
Se quindi palerete di decorare una scatola in cartone con la tecnica dello scrapbooking e a tema natalizio, in che categoria inserirete il post? Nella categoria Natale, perché il tema della festività caratterizza in modo forte questo tipo di realizzazione. Però aggiungeremo anche delle tag che rimandino allo scrapbooking e al materiale scelto.
L’unica accortezza da avere è di non riproporre nelle tag le stesse parole delle categorie, pena una possibile penalizzazione nella SERP (nulla di terribile per la mia esperienza, ma gli strumenti per webmaster di Google segnalano quando accade).
Strutturando quindi il nostro blog con categorie e tag permetteremo ai nostri lettori di trovare ciò che serve loro in breve tempo, svolgendo fino in fondo il nostro ruolo di content curator.
E voi come avete ottimizzato la ricerca dei contenuti all’interno del vostro blog?
credits foto: slafko
Sara, grazie per questo post che nella sua semplicità chiarisce la differenza tra tag e categorie 🙂
Grazie Tizy!
Hai visto il mio blog e hai visto che era troppo disordinato, vero? dai ammettilo. Lo so, devo curarlo di più. Metterlo a posto e strutturarlo meglio. Mi metto al lavoro quanto prima.