Un giorno hai scoperto che amavi scrivere.
Forse avresti potuto capirlo un po’ prima, visto che alle elementari eri quella che scriveva poesie, però si sa che talvolta non tutto è chiaro fin dall’inizio e così tu lo hai scoperto solo dopo parecchio tempo, quando sotto i ponti erano già passati fiumi di equazioni incastrate fra file excel e power point.
In mezzo, tra quelle poesie strampalate e l’illuminazione, c’è stata un’esistenza intera, e tu a ripeterti che sì, scrivere ti piaceva ma in fondo tu facevi altro, che quell’altro era la tua vita e la vita non si cambia certo con la bacchetta magica.
Tu però nonostante tutto scrivevi anche se mai abbastanza.
Un giorno poi le parole hanno debordato, invadendo i tuoi pensieri, costringendoti a scrivere con la testa, mentre salivi sul treno o camminavi verso la stazione, seguendoti fin nei sogni e obbligandoti a fermarti per guardarle in faccia, finché le tue dita, prima timidamente e poi con sempre più urgenza, non hanno acconsentito a farle nascere una dopo l’altra.
A quel punto, senza averlo pianificato, hai iniziato a scrivere davvero.
Pensavi che sarebbe stato un momento transitorio, ma non è stato così e, tra una pagina e l’altra, alla fine scrivere è diventata “la cosa” importante.
Dopo la vita ha preso altre pieghe, un tornado imprevisto ti ha sollevata e portata lontano, proprio come una novella Dorothy, catapultandoti in un mondo fantastico che non credevi esistesse.
Lì, dietro alla porta di casa, hai scoperto un universo nuovo, dove scrivere non è considerata follia né gioco, un regno dove la scrittura è vita e lavoro.
Tu ti ci sei avventurata timidamente, lungo una strada lastricata di mattoni gialli, un passo alla volta, cercando di capire e di imparare, incontrando sulla via nuovi compagni di viaggio.
Ben presto hai imparato che non bastano una penna – o una tastiera – per scrivere, servono tanti altri strumenti, sono necessarie solide competenze e skills informatiche, abilità di comunicazione e di networking e che, diciamocelo, farebbero anche comodo un paio di scarpette magiche, ma quelle purtroppo non le hai trovate e allora cerchi di rimediare come puoi.
Eppure, nonostante tutto, quel mondo è reale ed è proprio lì, ad un passo da te, ti affascina e ti sorride e per questo provi a conoscerlo meglio, affrontando qualche pericolo ma incontrando anche nuovi amici dal buffo cappello, alla ricerca di una Strega Buona che possa aiutarti a trovare la strada.
Ora ti destreggi tra strani volatili azzurri e grandi polaroid, la tua vita è costellata di status viola e hashtag che scandiscono i momenti della tua giornata, mentre le lettere battono il tempo dei tuoi giorni e spesso anche delle tue notti, ma ancora non basta perché bisogna saper accompagnare le parole, renderle più fluide e vestirle di colori.
A volte tutte queste novità ti paiono talmente tante da farti girare la testa, altre ti pare di vedere sciami di api diretti contro di te, ma poi ti rimetti davanti a una tastiera e tutto torna normale.
Cosa ti aspetta alla fine di questo viaggio? Non lo sai ancora, per il momento continui ad andare avanti e a studiare, certa che l’importante sia seguire i propri sogni imparando lungo la via, perché in fondo ad ogni leone codardo c’è il coraggio, per ogni spaventapasseri c’è il cervello giusto e anche gli uomini di latta possono avere un cuore.
Sapere questo per ora ti basta e quindi cammini, in attesa di incontrare il prossimo tornado che ti porterà chissà dove.
Credits foto:
mi piace moltissimo specie questa frase: “l’importante sia seguire i propri sogni imparando lungo la via, perché in fondo ad ogni leone codardo c’è il coraggio, per ogni spaventapasseri c’è il cervello giusto e anche gli uomini di latta possono avere un cuore.”
Grazie Margherita!:)
Ok, azzardo la prima correzione. Secondo me non sono state scelte accuratamente le parti da mettere in grassetto. Sono molte – troppe – e alcune non sono delle parole chiavi. Alla vista quindi l’elaborato si presenta confuso. Inoltre, poteva essere interessante, anche in ottica SEO, mettere una frase in h2.
Concordo sui grassetti, è stata la prima cosa che ho notato anche io.
Non sull’h2 per una questione tecnica che non anticipo perché contenuta nel webinar di stasera. 😉
Curiosissima sulle motivazioni dell’h2. Sono pronta per stasera con carta e penna!
Sara, sale la febbre da attesa del webinar!
Elisa grazie per il suggerimento!
Anche secondo me l’utilizzo del grassetto è stato eccessivo e poco coerente, la lettura risulta confusa e difficile. Alla fine sembra tutto importante! Poi l’ultima foto è bellissima ma troppo piccola rispetto alle altre e quindi la pagina è sproporzionata. Inoltre i paragrafi son troppo spezzettati, avrei raggruppato per macroaree.
Per il resto mi è piaciuta la forma di narrazione e il pathos generato.
L’ultima foto è stata ridotta parecchio perché inserita nel punto richiesto sforava di parecchio rispetto al testo.
Il mio commento è scritto di getto e a caldo… Forse è vero che ci sono troppi grassetti, nessun H2, ecc… però lo stile è estremamente emozionale e cattura dall’inizio alla fine.
Sarà perché un po’ mi ci ritrovo in queste righe ma… brava Franci!
Trovo che lo stile sia coinvolgente anche se in alcuni punti la composizione risulta un po’ frammentata, come se fossero tante tessere di un puzzle ancora da comporre. Anche per me i grassetti sono troppi, al punto che la mia mente quasi non li ha notati.
la scelta di scrivere in seconda persona è sempre molto rischiosa in letteratura, però in questo post funziona benissimo. azzardo vincente, dunque. brava Francesca!
Complimenti Francesca! L’articolo è ben scritto e molto coinvolgente, forse sono avvantaggiato perchè non sono stato distratto dal grassetto ma secondo me è molto bello!
Grazie a tutti voi ragazzi per il supporto e i consigli!
ciao Franci mi piace come scrivi ed è sempre bello leggerti, l’estetica e la tecnica miglioreranno (siamo qui per questo).
Ciao!!!!